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mercoledì 4 maggio 2011

La verità su Bin Laden: Yes, we did!

Salve a tutti miei cari blog reader!  Sarò conciso nell'introduzione perchè voglio passare subito all'articolo odierno. Infatti si tratta  di un lavoro  di Alessandro, il mio Vice e Mr. American Boy, che essendo l'addetto alla politica ed alla cronaca estera ci parlerà di un argomento molto caldo. Bin laden, l'uomo più ricercato al mondo, lo sceicco del terrore, il macellaio delle Torri Gemelle, è morto. E' un evento storico che merita di essere analizzato con cura perchè segnerà questo nostro secolo. And we start to fly again with the eagles...


Yes We Did 
 di Alessandro Forin

Dai racconti e dai dettagli sembra di assistere ad una puntata di West Wing o di uno dei tanti film Americani.
Il Presidente riceve bigliettini che dopo aver letto riconsegna all'addetto militare della Casa Bianca, si susseguono riunioni nella sala operativa ma in pochissimi sanno l'argomento. 
Possiamo immaginare la tensione di Obama in questi ultimi giorni, eppure durante le apparizioni pubbliche nulla traspira e nessuno nel mondo immagina cosa sta per accadere. In quaranta minuti 5 elicotteri Americani entrano nello spazio aereo Pakistano, una squadra di Navy Seals viene calata di fronte ad un edificio anonimo ma ben fortificato, scoppia l'inferno tra bombe stordenti e spari, i Seals arrivano al primo piano dove hanno la quasi certezza di trovare Osama Bin Laden e quando le armi tacciono una comunicazione arriva nelle sale operative alla Casa Bianca, Langley ed in una base Americana in Afghanistan:"We 've ID's Geronimo"  >>  (Abbiamo Geronimo).
Questi quaranta minuti vincenti sono il risultato di 10 anni di frustrazione, rabbia ed un accuratissimo lavoro. Dopo gli attentati del 2001, si è brancolato nel buio per anni, ci sono stati molte false piste, fino al 2007. Due nomi ottenuti a Guantanamo e dai 007 Inglesi è partito un lavoro di intelligence USA stile Hollywood che ha portato questo risultato fondamentale per l'umore, ma non determinante per la sconfitta del terrorismo internazionale. L'organizzazione terroristica al Quaeda ha una gerarchia, ma è strutturata in cellule autonome, se si taglia la testa il corpo non muore. Dopo l'11 Settembre Bin Laden si è nascosto tra montagne e deserti, le sue comunicazioni erano limitate eppure al Quaeda ha continuato a colpire. La sua morte è sicuramente un duro colpo al terrorismo, ma non illudiamoci che tutto sia finito.




La sua morte. . . . ma siamo sicuri? Non vorrei entrare a far parte del club di complottisti e dietrologi ma qualche dubbio viene naturale.
Dunque, la prima dichiarazione ufficiale parlava di una missione il cui obiettivo era la morte di Osama, poi c'è stata una correzione e si è parlato di una morte inevitabile durante lo scontro a fuoco, ma se tutti concordano sul fatto che si è trattato di uno sparo ravvicinato alla nuca, anche questa seconda ricostruzione vacilla. I Pakistani parlano di un colpo partito da una delle sue guardie, per non farlo catturare dagli Americani. Quindi? Il corpo risulta essere stato portato via dai Seals e poi inumato in mare secondo il rito islamico. Ma questo rito prevede la sepoltura in mare per chi ci è morto in mare. Nessuno ci vieta di fantasticare, Osama potrebbe essere ancora vivo da qualche parte dove è sottoposto ad un infinito interrogatorio senza regole e leggi in quanto ufficialmente morto.
Ma dietrologie a parte, per gli Americani Bin Laden da vivo sarebbe stato troppo scomodo.
Le reazioni sono state di grande entusiasmo per le strade di Washington e New York e di soddisfazione da tutte le cancellerie del mondo, ma non sono mancate le pecore nere. Hamas e abitanti di Quetta (città Pakistana) hanno manifestato il loro disappunto e le minacce di ritorsione nei confronti di Americani ed Occidentali sono arrivate puntuali. In attesa che venga reso pubblico un video con la salma del terrorista, Barack Obama si gode questo momento di gloria, ha dimostrato di essere un ottimo Commander in Chief  tirando fuori coraggio politico e capacità decisionale, optando per la scelta più ardua: mandare i seals e non accontentarsi di un bombardamento.




Dopo la sua elezione gli indici di gradimento sono andati sempre a calare, come mai?
La riforma sanitaria, agli occhi di noi Europei giusta, non è stata digerita dalla maggior parte degli Americani, ma lui l'aveva promessa in campagna elettorale ed ha mantenuto la promessa. In politica economica si è trovato di fronte questa gigantesca crisi, che pur con difficoltà sta gestendo ed in politica estera Obama è impegnato nel restituire all'America un'immagine positiva al livello internazionale. Compito non facile dopo una gestione egoista, prepotente e poco diplomatica di G.W. Bush. Aver cercato un dialogo con l'Iran non è segno di debolezza ma di maturità ed intento pacifico, lo stesso vale per la delicatezza con cui affronta certi argomenti con la Cina, un fondamentale partner economico, ma poi incontra giustamente il Dalai Lama scatenando le proteste Cinesi. Dare un colpo al cerchio ed uno alla botte è diplomazia. Gli elettori statunitensi sembrano non aver compreso il presidente che hanno votato.
Non siamo piu' nell'epoca in cui l'America era il capo del mondo, Obama lo ha capito ma gli americani?

Be Fun, Be Mad.
FILM CONSIGLIATO: Il presidente - Una storia d'amore

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