Istruzioni per l'uso

ISTRUZIONI PER L'USO


Benvenuto in Sancta Santorum.
Qui ognuno ha il diritto ad esprimere le proprie opinioni. Per firmarti ci sono 2 modi. O crei un Google Account diventando un nostro follower (molto apprezzabile!), oppure inserisci il tuo nome con URL/Nome. Sei pregato di non mettere Anonymous, perchè ci teniamo che i commenti siano firmati. E ricordati di sostenerci condividendo i nostri post su Facebook e votando nei sondaggi. Grazie...Enjoy it!



Jacopo Orfeo Carboni (Redattore): Cronaca e Politica Italiana; Alessandro F. (Vice-Redattore): Cronaca e Politica Estera; Valentina Salonia: Cronaca Rosa e Spettacolo; Andrea Visco: Calcio e Sport vari; Adriano Feliziani: Tecnologie e Videogames; Stefano Gazzella: Nerd e Otaku; Valerio Travisi: The Man of the Week.

Se volete proporre nuovi settori o volete far parte della redazione contatteci a: evrayl@hotmail.it
Gruppo su Facebook: Clicca Qui
Blog su Splinder: Clicca Qui

mercoledì 9 febbraio 2011

Toglietemi tutto ma non il mio marchio!

Salve a tutti miei cari Blogreader! SIAMO ARRIVATI  BEN OLTRE LE 2000 VISITE! Questo grande risultato lo devo a voi ed all'ottimo lavoro dei membri della redazione. Per aiutarci a crescere ancora basta che  continuiate a condividere i nostri articoli, a cliccare "Mi piace" qui a destra e a partecipare alle nostre iniziative. So che ve lo ripeto sempre ma è importante. Ho deciso che sarà Coraline, quella che si è avvicinata di più alla risposta (vedi X Files: I cambia-faccia),  a scegliere il nostro nuovo sondaggio. Per farlo deve commentare nello stesso post; dove troverete anche la risposta! La petizione sta procedendo bene ma cerchiamo di diffonderla più possibile. E mi raccomando commentate sempre! Gli scambi di opinione sono importanti anche per ispirarci nel nostro lavoro. Buona lettura. Check this Bro!


Speriamo non sia in cuoio sennò... Ahi*!

Vi siete mai soffermati a pensare che il 50% di quello che spendete per un oggetto corrisponde al marchio? Solo quel piccolo simbolo vi costa la metà del  vostro nuovo acquisto. Ma ne siamo sicuri? No, perchè certe volte il marchio può corrispondere a circa l'80% del prezzo. Impossibile? Proviamo a fare un paio di calcoli assieme. In italia una azienda familiare che produce abbigliamento, che tiene il personale regolarmente assunto, che paga tutti i contributi e le tasse ha un costo minimo di 34 centesimi di euro al minuto. Aggiungiamo che la produzione avviene per 3 mesi e mezzo ogni sei, sarà facile calcolare che una azienda italiana in regola deve calcolare un costo di 41/42 centesimi al minuto nel momento determina il prezzo di un capo da produrre. Alcune grandi marche, che possiamo trovare in Via Montenapoleone a Milano o Via Condotti a Roma,  non  pagano piu’ di 27  centesimi al minuto; qualcuna arriva anche a 24 centesimi al minuto. A chi ci riferiamo? Scopriamolo:
  • CK 
  • D&G
  • Gucci
  • Diesel
  • Gas
  • Guess
  • Miss sixty
  • Liu jo
  • Fornarina
  • Nike

Questo sarà il futuro codice a barre internazionale.
Ora provate a chiedervi come e’ possibile che le grandi case di moda riescano a produrre a costi così bassi. Le possibilità sono poche. Sono monopoli sul mercato? No, perchè il mercato dell'abbigliamento è il più concorrenziale al mondo ed una situazione del genere non si è mai verificata nella storia; nemmeno nell'Urss o nella stessa Cina. Grazie a tecnologie fuori dal comune? No, perchè non c'è traccia di brevetti o di aumento dell'inquinamento causato da quelle fabbriche (tipico fenomeno che si verifica con nuovi macchinari che permettono alle aziende di risparmiare). Risparmiano sui materiali? No, perchè il consumatore potrebbe accorgersene  e fargli causa. Se certifichi che la tua borsa è di pura pelle e poi viene scoperto che non è così i rischi sono enormi. Class action (azioni di massa da parte dei consumatori), denuncie dalla Consob, calo di vendite, danno all'immagine etc... Diminuiscono la pubblicità? Basta aprire i giornali e guardare la televisione per sapere che non è così. Come allora? Ci riescono sfruttando manodopera non qualificata, che lavora fuori da ogni regola contrattuale. Retribuiscono profumatamente solo i tecnici, gli stilisti e gli esperti che si occupano del design dei modelli.


Cina, Africa, Corea, Vietnam e molte altre sono le nuove residenze di marche famose come la Nike. Inizialmente la differenza si notava poco ma adesso, complice la crisi economica, il livello della qualità è diminuito ulteriormente. Io stesso mi sono trovato con ben 2 paia di Nike da 100 e passa euro a cui si è scollata la suola; voglio precisare che non erano da corsa. Io trovo criminale che un giubetto di questa marca posso arrivare a costare 20 volte il prezzo di produzione perchè è una vera e propria truffa (non è un esempio ma un dato che venne diffuso da alcune organizzazioni per il commercio equo solidate e per la difesa dei diritti umani) . Solo nelle situazioni di monopolio (dove non vi sono concorrenti) si può vendere a tali prezzi. Ma la verità è che loro gran parte di quei guadagni spropositati li perdono investendo copiosamente nella pubblicità ed ingaggiando personaggi famosi come Totti, Beckham etc. 

Tiger Woods dopo aver visto l'assegno per lo spot della Nike

Un tarlo continua però a rodermi il cervello. Siamo sicuri che altre aziende come Louis Vuitton, la cui qualità non è indubbio, non giochino un pò troppo sul potere del loro marchio? Quanta sarà la distanza tra la qualità del prodotto ed i costi di produzione rispetto al prezzo finale? Certo che alla fine sono problemi dei loro clienti perchè vuol dire che sono disposti a spendere quelle somme perchè possono permetterselo. Ed io su questo sono d'accordissimo. L'unica cosa che mi spaventa è l'idea di un mercato dove  valga più  il  nome del bene che il bene stesso. Perchè per i beni di lusso può anche starci ma quando ci troveremo a spendere l'60% del nostro shopping in sigle allora forse inizieremo a rifarci quei due famosi calcoli iniziali. Magari ci chiederemo quanto ci convenga pagare una scritta rispetto al materiale su cui è disegnata. Magari ci porremo anche troppe domande al punto che ci sembrerà di essere in mezzo ad una jungla. Ma voi lo sapete, è già un pò di tempo che...

We are in the jungle...

FILM CONSIGLIATO: Il diavolo veste Prada

Nessun commento:

Posta un commento