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giovedì 14 aprile 2011

L'Italia siamo noi! Il futuro dell'immigrazione...

Ciao, mi chiamo Zara. E' inutile che ti spieghi da dove vengo, tanto per te non farà differenza. E' uno di quei luoghi invisibili del mondo, quelli che tutti vogliamo dimenticare. Ho 5 figli e li ho portati con me, lontani da quell'inferno. Purtroppo ora le cose non si sono sistemate. Mi trovo in un Centro di Identificazione a Crotone; ci sto da mesi. Ho fatto richiesta di asilo ma i tempi sono lunghi e miei bambini sono troppo piccoli per vivere in questa miseria. Ho provato ad arrivare in Svezia, mi hanno assicurato che lì mi avrebbero protetto dalla guerra e dalla corruzione che prolifera nella mia terra. Ho dormito all'aperto per una settimana, vicino a Lungo Tevere con i miei figli. Magari mi hai notato mentre elemosinavo 1 euro... Mi chiedevo se Dio ci avrebbe aiutato. Alla fine mi ha ascoltato ed un mio conoscente mi ha rimediato un imbarco per la Svezia. C'ero sono riuscita! I miei tesori potevano avere un futuro lì. C'ho vissuto per 8 mesi, imparando la lingua e riscoprendo la felicità. I miei bambini andavano a scuola, io lavoravo ed avevamo una casa. Eppure una mattina, alle 6 in punto, la polizia ha bussato alla nostra porta. Il giorno dopo saremmo tornati in Italia perchè quello era il primo posto dove avevamo fatto richiesta d'asilo. Io non volevo ma loro non hanno sentito ragioni. Così eccomi di nuovo a qui, con le mie 5 stelle, a sperare che Dio mi aiuti una seconda volta...

Da una storia vera.
Quando la burocrazia degli uomini è disumana.


Sono a pochi metri da Laura Boldrini, Portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. L'aula è colma di studenti. Non bastano i 300 posti disponibili e molti sono seduti a terra o sul tavoli disposti per l'occasione. C'è clima di curiosità e fervore intellettuale. Qual'è la verità degli stranieri?

Questo articolo è un estratto della conferenza "Immigrazione:quale futuro?".
Attualmente non è arrivato neanche un libico nel nostro paese; sono somali, libanesi, tunisini. Tutti credono che sono libici perchè provengono dalla Libia. Perchè allora partono da lì? Molti si erano trasferiti in Libia in cerca di protezione politica. Gli altri? Bhè per anni, abbiamo usato la Libia come il nostro porto personale per reietti. Tutti quelli che non volevamo li spedivamo a Tripoli. Ora stanno semplicemente tornando... Un tempo il nostro paese avrebbe almeno verificato se tra loro c'erano rifugiati. Purtroppo la Politica del Respingimento ha fatto sì che eliminasse a priori la valutazione dello status di rifugiato da parte del Governo italiano. Anni fa l'Italia si vantava del Modello Lampedusa; eravamo un esempio in Europa nel campo dell'immigrazione. Li bloccavamo alla frontiera e verificavamo di volta in volta chi tra loro era vittima di dittature o chissà cos'altro. Funzionava perfettamente. Ora invece li rimandiamo in mare e li condanniamo a morte. In compenso siamo sempre più compassionevoli di Malta (Sai che ci vuole?!). L'equivoco è nell'idea che anche i rifugiati che attraccano sulle nostre coste sia un pericolo per noi. Un clandestino è equiparato ad un rifugiato, quindi ad una minaccia. 

Certo non tutti salpano a causa delle difficoltà vissute nella propria madrepatria. Ma se non li incontriamo come potremo saperlo? Chi vuole questo peso sulla coscienza? E dov'è la politica? Possibile che queste persone siano solo un intralcio? Il sindaco di Riace, uomo illuminato, gestiva  un borgo che si stava spopolando. Scommise sugli extra-comunitari trasformandoli in cittadini italiani, rendendoli parte della comunità. Furono più importanti gli immigrati che i bronzi. Con i fondi europei furono ristrutturate le case, le scuole non vennero chiuse e le botteghe furono riaperte. Divenne un vero Eden, ma queste storie non vengono raccontate. La società che oggi emerge dalla televisione è quella col coltello tra i denti. Si vedono solo i modelli negativi e non quelli positivi. Gli spettatori credono che il razzismo sia la normalità. Non sanno dei medici che curano i malati gratis, degli avvocati che preparano i ricorsi pro bono e dei professori che insegnano ai bambini fuori orario. 

Attualmente molti tunisini sono migranti economici e sono sbarcati in modo irregolare. Ma come può uno straniero essere considerato regolare qui da noi?

  1. Deve essere un cittadino europeo autosufficiente sia economicamente che abitativamente.
  2. Se non è un cittadino europeo deve possedere già un contratto di lavoro con un datore di lavoro italiano.
  3. Se non è un cittadino europeo potrebbe trovare lavoro sul posto nel periodo di clandestinità. Però per essere assunti serve il permesso di soggiorno e per ottenere quest'ultimo serve un lavoro.
  4. Dovrebbe, ma spesso non basta, essere in pericolo di vita nella sua terra d'origine. In pratica un rifugiato politico o un cittadino extracomunitario in stato di necessità.

Ritenete giusto quanto scritto sopra? Le muraglie cinesi sono inutili, servono meccanismi i di integrazione. Non possiamo chiuderci a riccio e sperare che la situazione si risolva. Non sono neanche stati recuperati i cadaveri dei naufraghi. I parenti degli scomparsi ci contattano da altri Stati per effettuare i riconoscimenti. Non solo non potranno dare l'ultimo saluto ai loro cari ma non potranno nemmeno sepperli. Intanto Egitto e Bangladesh hanno deciso di aprire le frontiere ai libici caricandosi il peso di ben 500.000 immigrati; questo nonostante le loro difficoltà economiche. Noi le abbiamo serrate dopo solo 3500 individui. La Libia ha accettato 22.000 tunisini in patria; noi ci lamentiamo di 2500. Eppure ogni anno arrivano 200.000 migranti con regolare visto e restano oltre la scadenza; nessuno ne parla. Invece arrivano meno di 30.000 disperati e sembra che il paese stia crollando. Nessuno sarebbe disposto a rischiare la vita in quel modo se avesse scelta. Questa gente non può guadagnare neanche i soldi per un tozzo di pane e preferiscono venire da noi a lavare i vetri. Sono contenti anche dei nostri insulti se la sera possono dormire su un vecchio materasso. Oltretutto, non mi stancherò mai di ripeterlo, tra loro ci sono anche i perseguitati dai regimi. Per loro sarebbe molto più sicuro ed economico prendere  i mezzi ufficiali ma a volte i documenti per l'espatrio non vengono concessi dal Governo e il trafficante diventa l'ultima risorsa. Per queste persone i documenti sono un privilegio. 

I Lampedusani si sono sentiti soffocare, le forze dell'ordine erano in affanno ed i migranti sono stati privati di ogni dignità. Molti di loro non si sono potuti lavare per giorni e si vergognavano come cani di fronte ai volontari della Caritas. Tutto questo perchè il Governo attuale ed i precedenti hanno incasinato tutto per motivi propagandistici. Così ora le istituzioni non si sono potute muovere. Non è stata applicato il meccanismo distributivo come si sarebbe dovuto fare, quello un tempo adoperato. Ci sono 2500 posti letto offerti dalla Caritas e nessuna risposta da parte delle istituzioni! Ecco i risultati di una politica più xenofobica che umana. Chiediamo l'aiuto dell'Unione Europea ma questa ha ben 27 legislazioni differenti in materia di immigrazione ed asilo! Non si può invocare l'Europa quando nessuno ha voluto cedere la sovranità in questa materia, noi per primi.

Castelli: Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora.
Speroni: Spariamo come fanno i tunisini ai pescherecci.


Queste persone vi blandiscono con parole da non decantare alle folle. L'odio e l'idiozia che fuoriesce dalle loro bocche non deve distrarvi. Per loro non importa l'argomento, basta che non si discuta dei veri problemi dei cittadini; potreste accorgervi che sono gli stessi politici  il problema. Oggi il fardello di cui liberarsi sono gli stranieri... ma domani? Potrebbero essere quelli del Sud, i poveri o magari i gay. Nessuno sa come finirà ma è certo che...
 
Show must go on...
FILM CONSIGLIATO: Questa volta non si tratta di un film ma di un video. E' un'inchiesta delle Iene che merita di essere guardata, nel bene e nel male. Noi possiamo sempre scegliere chi essere.
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/219500/golia-in-fuga-da-manduria.html

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