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lunedì 31 ottobre 2011

SIC: Ultimo podio.

SIC: Ultimo podio
  • di Valerio Massimo Travisi

Ognuno trova il paradiso
in un momento, in un luogo
o in una persona,
nelle parole
dette o ascoltate,
nei baci dati e ricevuti,
nell'azzurro degli occhi,
nel profumo della pelle,
nel colore dei capelli.
A volte sognamo
il paradiso
senza sapere
d'esserci già stati.

Io vedo anche alcuni miei amici che magari capito finito il liceo, non sanno nemmeno loro che cosa fare, se andare all’università, se lavorare. Secondo me una cosa che aiuta a vivere in modo comunque più coraggioso è avere un obiettivo.

Il cuore ti batte all'impazzata, mentre da dietro la visiera del  casco
fissi i semafori rossi che aumentano. "Oggi vinco, ce la faccio me lo sento"
pensi, mentre in una frazione di secondo lasci la frizione e vai...
Sei in uscita di curva, piegato al massimo, con la coda dell'occhio vedi tuo
padre, è lì, appena fuori dal tracciato, in sella allo scooter, sorride...
Sembra Ti aspetti.
La Tua ruota perde aderenza mentre stai percorrendo la curva. Vai giù.
Mentre scivoli sul prato, pensi a quanto sei stato sfortunato, a cadere così al
secondo giro.
Ti meravigli quando ti accorgi che dopo la lunga scivolata sull'erba sei
finito proprio lì... Vicino a tuo padre, che seduto sullo scooter ti tende
la mano per farti rialzare. "Presto papà!..." gli urli montando in gran fretta
dietro di lui. " ...riportami al paddock!" e nel mentre ti domandi come facesse a
sapere che saresti caduto proprio in quel punto.
Ti aveva sempre stupito quando eri bambino, e così,per un attimo, ritorni
indietro con i ricordi. In quei pomeriggi assolati d'estate,quando lui ti
portava con sè sullo scooter, e tu lo abbracciavi forte.
Sei davvero felice di quegli attimi che stai trascorrendo in sella con lui.
Intorno a voi è tutto calmo, e la tensione della gara abbandona i tuoi nervi,
che ora sono distesi e rilassati. Preso da un impeto ti stringi forte a tuo
padre "Dove stiamo andando?" gli domandi mentre una lacrima bagna la tua
guancia.
Lo scooter si arrampica lungo il pendio di una collina,che prima della gara
avresti giurato che non esistesse. C'è un caldo sole nostalgico, e, una
leggera brezza accarezza i tuoi capelli ricci.
"Ti ricordi quando eri bambino, e io ti insegnai ad andare in bicicletta?" Ti
chiede tuo padre, con un sorriso malinconico che si forma sul suo viso.
"Certo che mi ricordo" gli rispondi,mentre dentro di te si affaccia la
consapevolezza di essere di fronte ad un duro addio.
"Non essere triste, ti ho portato quassu', perchè oggi voglio insegnarti a
volare...Vedrai, ti piacerà, e sarà facile per te imparare. Fidati di Me. Io ti seguirò con sguardo fiero, finchè non scomparirai all'orizzonte.
Allarga le braccia, e vola...vola Figlio Mio..."


 Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera.

Cento metri al traguardo, sei primo. Te lo sentivi che oggi avresti vinto.
Sei felicissimo, e ti osservi da lassù tagliare il traguardo...e vincere!
Tra la folla festosa che circonda te e la tua moto, un uomo resta in
disparte. Lo riconosci da lassù. E' tuo Padre. Alza lo sguardo al cielo...
E ti strizza l'occhio.

Grazie papà, volare è bellissimo.

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