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domenica 28 novembre 2010

Gli Scazzi di Sarah

Avviso: Quello di cui parlerò stasera non è un argomento facile, anzi è una grande tragedia. Eppure sento la necessità di scriverne perchè una grande ira mi cresce dentro ogni volta che vedo le immagini di questa bambina al Tg. Come sapete questo Blog è il mio personale sfogo quindi chiunque si sentisse offeso da quanto dirò sappia che non mi scuserò. Credo in quello che sto per dire quanto nel dolore che questa storia mi ha causato da quando è iniziata.

Jacopo


Lettere di un diario mai nato

Ciao, chi sei? Non ti ho mai visto. Qui oggi è veramente freddo. Mi chiedo se lo senti anche tu questo gelo tutto intorno. Che ne dici se intanto ti racconto di me. Sono una ragazza semplice e magari non mi troverai interessante... però almeno ci scalderemo. Mi chiamo Sarah Scazzi. Ho 15 anni, ma sono matura per la mia età. Vivo ad Avetrana  con la mia famiglia... bhè principalmente con mia madre. Il 26 agosto sono uscita di casa verso le 14.30 per raggiungere a piedi l’abitazione di mia cugina. Volevamo andare al mare. Poi... io non ricordo. Tutto è passato sopra di me come un fiume in piena e ogni volta che mi guardo intorno è come se ci fosse un temporale. Vedo flash continui ma non di fulmini e tutto è cupo ma non perchè è notte. Mi sembra di camminare da sola su un sentiero isolato, quando ci si sente sempre osservati. Poi li ho visti. All'inizio temevo fossero cani selvatici, abbandonati o forse solo mal nutriti dai loro padroni. Ma non ringhiavano nè abbaiavano; non volevano farmi male. Allora li ho saziati e più mangiavano più cambiavano forma. Poco a poco sono diventati gli sciacalli che oggi mi braccano. Non riesco a sfuggirgli e le lacrime di mia madre non li fermano. Lei mi cerca anche se sa che non mi troverà. Non gli basta leggere il mio diario, la cosa più privata che posseggo, al mondo intero. Vogliono di più, molto di più. Parlano di me in continuazione, le loro voci mi rimombano in testa e non smetteno mai. FALLE TACERE TI PREGO. Scusa... scusami. So che non è colpa tua. Ma sono stanca e non riesco a lasciarmi il dolore alle spalle. Le lancette del tempo si sono fermate e l'unico ticchettare che risuona è quello delle loro menti che sono sempre all'opera. Quotidianamente, sempre agli stessi orari, loro violentano ciò che resta di me. Tutti mi scrutano ma i loro occhi non sono quelli di chi assiste ad una tragedia. Non vedo la tristezza nei loro sguardi ma la curiosità. Io non sono uno scoop. IO SONO UNA PERSONA. Io lo ero... lo sono ancora? Mi lascieranno riposare in pace? Mi lascieranno dormire? Vorrei solo, ancora una volta, l'abbraccio delle mie coperte. Eppure ora il freddo sta sparendo e posso vedere le tue mani. Tu non vuoi un pezzo di me. Tu vorresti portarmi via da qui, tapparmi le orecchie... ma non puoi. Ti lascio le uniche pagine del mio diario che nessuno vedrà mai. Queste sono speciali. Non si possono leggere ma ti entrano comunque dentro. Ora devo lasciarti... sono le 20:00 ed il Tg1 non inizierà senza di me. Non preoccuparti più per me. Il tempo guarisce tutte le ferite come cancella ciò che si lascia dietro. Così farà con me... presto... spero presto. Kiss

Articolo

Immaginavo che sarebbe stato difficile; ma non credevo di piangere. Ci ingozziamo di così tanti drammi ogni giorno che ci allontaniamo dalle vittime. Commentiamo le vicende e diamo la nostra opinione scordandoci che erano persone come noi. Non ne siamo colpevoli nè noi nè i giornalisti. Non è sbagliato informarsi nè informare. Eppure stavolta c'è chi dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e ritrovare un pò di dignità professionale. Quante puntate di Matrix dovremo ancora vedere su di lei? Quanti appuntamenti al Tg ci aspettano con la foto di Sarah a mò di santino e quanti ce ne siamo persi? Quanti di voi ancora continuano a non perdersi un aggiornamento dandogli l'audience che vogliono. Aggiornamenti che chiamano tali ma sono MALEDETTE REPLICHE. Dicono sempre le stesse cose. Riprendono quelle scoperte all'inizio ve le spolverano, lucidano e poi servono a tavola... succose come non mai. Perchè non cercare ogni sua foto possibile?! Ogni video della sua vita privata?! Perchè non rubare quel poco che rimane di lei ancora separato da questo squallore?! Da questa drammatica vicenda... C'è differenza tra una notizia ed il gossip. C'è differenza tra l'informazione e lo sciacallaggio mediatico. C'è differenza tra la voglia di fare ascolti e l'etica professionale. Qualcuno giustamente penserà che io sto facendo lo stesso. Quel diario assomiglia molto a quello letto da Studio Aperto. Eppure il mio scopo oggi è totalmente diverso. Non ho messo sue immagini. Non ho detto la mia sullo zio, la zia e la cugina. Non ho scelto le parole con troppa cura. Oggi magari troverete qualche errore e ripetizione ma io non lo correggerò. E' per rispetto nei suoi confronti. Nella speranza che smetteremo tutti (mi includo anche io perchè non sono stato da meno) di vedere ma non essere partecipi della notizia. Giusto per questa volta, altrimenti dovremmo vivere col sangue amaro nelle vene. Non possiamo caricarci della sofferenza del mondo. Ma lei poteva essere nostra sorella, nostra figlia e nostra amica. L'unica cosa che vi chiedo è di cambiare canale quando avete un deeja vù. Solo di provare. Non è una protesta ma un'obiezione di coscienza. Perchè noi non vorremmo che i nostri cari diventassero il contorno dei pasti degli italiani. Non chiuderò il post con il solito commiato ma con una foto del mare ed una poesia. Io che non ho fede e non ho un Dio da pregare le regalo una poesia. Perchè lei ora è lì, su quella spiaggia ad osservare le onde che s'infrangono... A presto piccola Sarah.


2 commenti:

  1. Una delle cose sconcertanti,oltre tutto, è il fatto che abbiano mandato in onda una puntata di Matrix in cui i giornalisti si chiedevano : "Ma perchè tutta questa polemica contro di noi? Cosa abbiamo fatto di male?".
    Poveri martiri...
    E' disgustoso tutto questo,e io sono completamente d'accordo con te!

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  2. "Si potrebbe però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d'osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare. Ma parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell'altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po' da compatire."

    Un passo tratto dai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, più eloquente di ogni altra risposta che potrei dare visto che, ormai, è stato detto tutto.

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