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martedì 7 febbraio 2012

Last Sancta Santorum Journal

EDITORIALE INDIPENDENTE...DALL'INIZIO ALLA FINE.
MAN OF THE YEAR
CRONACA E POLITICA ITALIANA


Con l’ultimo journal abbiamo deciso di passare dall’uomo della settimana a quello dell’anno. Non poteva essere che lui il nostro Man of the Year. Fino a qualche mese fa, nessuno aveva idea di chi fosse questo tecnico ed ora è il meccanico del motore economico italiano.
Purtroppo non molti si rendono conto dell’incredibile cambio di regime che c’è stato dopo l’ennesimo e speriamo ultimo Governo Berlusconi. Ad alcuni mancano i mezzi per comprenderne l’operato, alcuni sono disillusi dalla politica ed altri ancora si lasciano trascinare da sterili polemiche. Quest’ultime vertono sui problemi dei giovani d’oggi e sulle uscite, più che innocenti, di Ministri e Vice-Ministri.
Voglio ricordare a tutti che la disinformazione non è solo a favore di Berlusconi, avvantaggia tutti i Partiti. Le affermazioni di Mario Monti & Co. sono contestate in modo scorretto e decontestualizzato dal discorso completo. Sono esortazioni a comprendere la nuova realtà che ci troviamo di fronte, realtà che io stesso affronterò a denti stretti. Chi ha pronunciato queste parole, per alcuni sconveniente, sono persone nate negli anni 40-50 e che quindi hanno conosciuto il primo periodo di austerity e povertà del Belpaese. La fonte delle polemiche sono gli stessi poteri forti che oggi mettono in ginocchio noi giovanotti. I sindacati sputano contro chi propone l’abolizione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori, ma dovrebbero sputare contro vento nel ricordarsi che il contratto a tempo determinato lo viola egregiamente. E dov’erano loro quando venne istituito? Sono dirigenti in giacca e cravatta che temono di perdere i loro benefici con la maggiore mobilità del lavoro. Loro guadagnano grazie alla cassa integrazione, alle imprese in fallimento ed ai processi. I nostri nuovi esecutori parlano invece di “pari diritti per tutte le categorie di lavoratori”, ovvero la frase più censurata del momento. Vuoi mai che si riferisca ai precari? Poi ci sono i Partiti, terrorizzati all’idea che i cittadini scoprano cosa significhi essere governati decentemente. Vorrebbero farsi sentire, ma le loro parole sono coperte dai nuovi scandali tra cui l’ultimo quello di Lusi. Vogliamo ancora credere a chi ci assicura il posto fisso? Il posto fisso è ormai solo un miraggio. Abbiamo smesso di crescere da anni, la crisi ha distrutto un numero mostruoso di imprese e licenziare un dipendente, anche se come Minzolini, è impossibile e se ti va bene potrai demansionarlo dopo 1 anno di causa legale. Inoltre, se la vinci, il giudice dimezzerà comunque le spese processuali tra lavoratore ed impresa, ignorando il principio di soccombenza. Dobbiamo tutelare i precari per ora perchè il posto fisso, per noi, non c'è. I nostri genitori devono abbozzare e lavorare più a lungo perchè altrimenti neanche la pensione ci sarà. E' colpa di Monti? No, questa è l'Italia che ci siamo guadagnati grazie alla nostra politica: quella delle baby-pensioni, della corruzione, degli sprechi e degli incompetenti. La nostra generazione 1000 euro si deve dare una svegliata perchè sperare di lavorare con Mamma, di essere assunto con una laurea a 28 anni senza curriculum o di partire col posto fisso... è un sogno. La realtà che vogliamo tocca a noi costruirla. Guardiamo tutti la situazione greca e poi chiediamoci  come potevamo finire grazie a Silvio, PD-L, Partitini vari e Sindacati magnaccioni. Era tanto che un nostro Leader non era ben voluto all’estero e non sfilava accanto agli altri Capi di Stato a testa alta. Era tanto che l’Europa non ci dava il suo Ok. Ci sarà un motivo, no?! Usiamo i giornali per accendere il camino e diamo tempo ai nostri meccanici di cambiare olio e filtro di questa nazione; la mossa finale però starà a noi.

Fonte:

CRONACA/POLITICA ESTERA
Un veto disgustoso
La guerra civile in Siria continua, le vittime sono più di 5.400 dall'inizio delle rivolte e la situazione non migliora. Quattro mesi fa una risoluzione dell'ONU fu bloccata dal veto di Cina e Russia, il piano di pace proposto dalla Lega Araba è stato accettato e poi ignorato da Assad.
Durante il week end al Palazzo di Vetro di New York è stata convocata una riunione di emergenza a riguardo, durante la quale è stata presentata dal Marocco una risoluzione che prevedeva la richiesta di dimissioni per Assad ed una transizione politica verso libere elezioni.
15 membri del consiglio di Sicurezza hanno votato a favore, Cina e Russia hanno nuovamente posto il veto. Le reazioni sono state immediate e fuori dai canoni diplomatici:
l'ambasciatrice USA presso l'ONU si è detta "disgustata", quello Francese ha parlato di "giorno triste per i il Consiglio, per la Siria e per i sostenitori della democrazia". Anche i Paesi Arabi hanno mal digerito questo "nulla di fatto" dell'ONU, la Tunisia si appresta ad espellere l'ambasciatore di Damasco ed in molte capitali vengono prese di mira le ambasciate Siriane da agguerriti manifestanti.L'ambasciatore Russo ha giustificato il proprio veto facendo notare che la risoluzione non era imparziale e quello Cinese ha affermato che la sovranità, l'integrità territoriale e l'indipendenza della Siria devono essere salvaguardate. La peggiore conseguenza di questo "disgustoso" veto è la lettura che ne ha voluto fare Assad "carta bianca nella repressione".
Nelle ore successive c'è stato un vero e proprio attacco militare alla città ribelle Homs dove sono stati usati i carri armati che hanno compiuto un'ennesima vera e propria strage.
Ma come mai Mosca e Pechino hanno posto il veto? La Russia previene, non vuole schierarsi contro una repressione sanguinolenta che potrebbe un giorno voler attuare in patria. La Cina invece è coerente, perché dovrebbe osteggiare la Siria per una violenta e sanguinolenta repressione che lei stessa attua da decenni in Tibet?

Fonte:

CRONACA ROSA E SPETTACOLO
L'involuzione della specie dei reality.
Circa dodici anni fa debuttava la prima edizione del Grande Fratello, l'occhio più spiato d'Italia che mieteva un numero incredibile di telespettatori pronti a carpire la quotidianità di un gruppo di giovani totalmente ignari del clamore e del successo suscitato all'esterno.
E proprio questa fu la ragione della vittoria del programma, la spontaneità, le tradizioni italiane, le gaffe ed i pettegolezzi che rispecchiavano le vite di molti o forse tutti gli stessi telespettatori che li guardavano.
Circa nove anni fa invece debuttava la prima edizione dell'Isola dei Famosi, reality innovativo dove il pubblico si divertiva a vedere i vip messi a dura prova dalla fame e dagli "stenti".
Tuttavia, con il passare degli anni, le edizioni sono diventate sempre più fasulle, sempre più costruite e banali.
Spesso si è giunti alla volgarità, altre agli eccessi per risollevare le sorti dei programmi. In questi anni si sono susseguiti altri format quali la fattoria, music farm e molti altri ma nessuno è sembrato discostarsi dalla piega che i principali reality stavano prendendo.
Non vi è dubbio infatti che al posto di trovare nuova linfa, questi programmi sono sempre più scaduti e gli esempi più eclatanti sono le attuali edizioni del GF e dell'Isola.
Il Grande Fratello pare si avvii ad una conclusione anticipata il prossimo cinque marzo. Il programma ha visto dei concorrenti costruiti, insipidi e particolarmente aggressivi. Espulsioni, abbandoni per eccessi di stress o di impellenti necessità di rivedere i propri cari, liti furiose, ancora bestemmie, stanno caratterizzando quest'edizione.
La stessa Marcuzzi ne sta risentendo ed in più di una puntata non ha dato il meglio di sè, trovandosi a sbraitare o a proporre teatrini per aumentare l'audience.
Per non parlare dell'Isola del Famosi, che non avendo più vip e meno vip degni di questi "nomi", ha deciso di riprendere concorrenti passati unendoli a facce nuove, per creare una sorta di versione rivisitata.
Il risultato è stato l'esatto contrario, i concorrenti imbottiti di cibo come tacchini, poichè consapevoli della fame che li avrebbe attesi, hanno resistito ben poco e diversi di loro stanno abbandonando il programma o minacciano di farlo, la vegetazione naturale è spesso sostituita da  liti e dai volti segnati da trucchi permanenti che di naturale lasciano ben poco o forse nulla.
Neanche il simpatico Nicola Savino, alle prese con la conduzione del programma riesce a governarlo ed il flop se non è prevedibile  è vicino.
Insomma, dopo tutti questi anni, i reality non hanno subito alcuna evoluzione ma al contrario hanno dato il peggio e così come in ogni altro ambito della nostra quotidianità, siamo stufi delle banalità e della volgarità, sarebbe dunque ora che questi programmi chiudessero definitivamente i battenti per lasciare spazio a nuove proposte.

Fonte:

CALCIO E SPORT VARI
I giganti si mettono l’anello
Nella notte è andato in scena il 46° Superbowl, ovvero la finale della stagione di Football americano, l’evento sportivo più seguito al mondo. Ancora una volta, come era avvenuto nel 2007 si sono scontrati i New York Giants e i New England Patriots. Neppure il risultato non è cambiato. Anche in questa occasione infatti i Giants, pur partendo sfavoriti, sono riusciti ad aggiudicarsi l’anello, trionfando 21 -17.
La partita è stata davvero equilibrata come testimonia il punteggio finale e si è decisa solo negli ultimi istanti, com’è tradizione negli sport americani. I Giants sono partiti subito forte segnando 9 punti nel primo quarto frutto di una safety (penalità in endzone) e di un passaggio da touchdown di Manning (poi eletto miglior giocatore del match). A cavallo tra il primo e secondo tempo però il talento dei Patriots è finalmente emerso e Brady e compagni si sono portati avanti sul 17 a 9 grazie ad un fielgoal e due touchdown. Da quel momento in poi la luce si è spenta ed i newyorkesi hanno preso possesso della partita riuscendo a segnare il TD decisivo con soli 57 secondi sul cronometro. A quel punto Brady non ha potuto far altro che lanciare alla disperata ma il classico passaggio dell’avemaria non è andato a buon fine facendo calare il sipario sulle speranze dei Patriots.
È sorprendente come a trionfare sia stata una squadra non eccezionale che tra l’altro non aveva disputato una grande regular season, conclusa con il record di 9 vittorie e 7 sconfitte. Ciò che conta però è la prestazione negli scontri diretti ed in queste occasioni i Giants sono stati perfetti riuscendo ad eliminare le tre squadre migliori della lega: i Packers, i San Francisco 49ers, e proprio i Patriots. In fondo è proprio questa imprevedibilità il bello del Football NFL!!!

Fonte:


Il gelo ferma le grandi
È stata una domenica d’altri tempi con le partite tutte alle tre del pomeriggio e i ragazzini (non solo loro) che giocavano a palle di neve fuori e dentro lo stadio. Il campo invece ha ribadito ancora una volta che questo campionato è apertissimo a cominciare dalla lotta di testa. Nonostante la sconfitta dei rossoneri nel turno infrasettimanale, Milan e Juve sono rimaste staccate di un solo punto (anche se quest’ultima deve recuperare il match non disputato di Parma) grazie ai pareggi con Napoli e Siena. Si tratta però di due risultati dal peso specifico diverso: mentre infatti lo 0-0 col Napoli può essere ritenuto un buon risultato, anche considerando l’inferiorità numerica dei rossoneri causata dall’ennesima reazione eccessiva di Ibrahimovic, la Juve ha perso una grossa occasione, a casa propria, per staccare gli avversari contro un Siena sempre ostico ma non insuperabile (0-0).
Perdono tutte invece le squadre che lottano per il terzo posto: l’Udinese, entrata in una fase poco positiva della sua stagione, è stata infatti superata per 3-2 a Firenze, mentre la Lazio continua nei suoi risultati altalenanti perdendo con lo stesso risultato a Genova (in settimana aveva invece battuto il Milan). Un discorso a parte va fatto invece per Inter e Roma il cui scontro diretto è finito sorprendentemente per 4-0 in favore dei giallorossi che hanno senza dubbio giocato la miglior partita della stagione (l’andamento della Roma è davvero incomprensibile, basti pensare alla sononte sconfitta, 4-2, subita a Cagliari in settimana). Una grossa mano però gli è stata data dai colleghi meneghini in quanto l’Inter è apparsa floscia e già sconfitta dai primi minuti del match e non è mai riuscita a ribattere alle offensive capitoline. È ormai fuori dalla lotta il Napoli, troppo staccato dall’Udinese, nonostante le dichiarazioni bellicose di Mazzarri. Ancora una volta l’equilibrio regna sovrano e risulta impossibile prevedere l’esito finale di questo campionato.

Fonte:

VIDEOGAMES E TECNOLOGIE
Imparare dal passato: costruire buoni cattivi.
Parlando di giochi di ruolo, cosa rende una storia veramente epica e indimenticabile? Sicuramente eroi,  avventure e battaglie. Tutte caratteristiche perfettamente integrate nella seconda fatica di Bioware ambientata nell’universo di Dragon Age. Ma allora, per quale motivo una così considerevole  fetta di pubblico e di critica internazionale, a cui io mi associo, ritiene Dragon Age 2 la più grande delusione video-ludica dell’anno 2011? A mio parere, la causa non è da ricercare, come i puristi dei giochi di ruolo potrebbero pensare, nel gameplay più improntato all’hack and slash. A quello, dopo un po’, ci si abitua.
Il vero gravissimo problema che inficia Dragon Age 2, e che lo destinerà ben presto al cimitero dimenticato delle storie insulse, è la mancanza di un altro elemento fondamentale che un gioco di ruolo con pretese di epicità non può permettersi di dimenticare: a Dragon Age 2 manca un cattivo.
Infatti, proprio grandi cattivi hanno reso alcuni giochi indimenticabili. Gli eroi, in fondo, sono tutti abbastanza simili: salvano principesse, salvano il mondo, salvano caschi di banane; hanno sempre qualcosa o qualcuno da tirare fuori dai guai.
Un cattivo, invece, riesce a dare un valore aggiunto all’opera grazie all’odio che i giocatori stessi incanalano contro di lui. Il “buon” cattivo spinge i giocatori andare avanti nell’avventura  anche per il solo scopo di arrivare all’epilogo della storia in cui potranno finalmente “rompergli il culo”.
Grandiose battaglie contro antagonisti veramente malvagi non si dimenticano facilmente.
Ci sono alcuni esempi nella storia dei videogiochi che potrei citare per avvalorare la mia tesi, ma per mancanza di spazio, sono costretto a limitare la mia analisi ad uno solo di essi.
Desidero utilizzare queste righe per omaggiare quello che io reputo il più grande cattivo del mondo dei videogiochi.

“Life…Dreams…Hope…

Where’d they come from? And where are they headed…?

These things…I am  going to destroy!!”

Stiamo parlando di Kefka, l’infame pagliaccio di Final Fantasy 6. Cosa rende questo personaggio così speciale? Durante la prima partita a FF6, Kefka ci appare come un personaggio comico, ridicolo e inoffensivo. Ma ben presto, nel corso del gioco, ci pentiremo di questo giudizio sommario! La malvagità di Kefka, infatti, non conosce limiti; le infamie di cui si macchierà renderanno veramente impossibile la vita dei nostri eroi.
Solo per citare alcune delle sue azioni più spregevoli, ricordiamo l’avvelenamento delle acque di Doma, che porta alla morte tutti gli abitanti del regno, famiglia di Cyan compresa;  l’omicidio a sangue freddo del generale Leo, suo alleato e superiore; il tradimento nei confronti dell’imperatore e conseguente cataclisma scatenato sul mondo.
Ma non sono solo memorabili i crimini di cui si macchia, anche il modo in cui li compie risulta sempre appesantito dalla sua personalità psicotica e dai suoi discorsi nichilisti; per non parlare delle sue animazioni grottesche e della sua caratteristica risata folle. Kefka possiede tutte le caratteristiche che rendono un personaggio odioso:
Kefka è codardo (sin dall’inizio del gioco, non affronta mai gli eroi direttamente, ma si fa sempre scudo con sottoposti da mandare al massacro); Kefka è pazzo, assetato di potere, subdolo e manipolatore; Kefka, a differenza di altri antagonisti che appaiono dal nulla solo durante il combattimento finale (vedi l’inutile Ultimecia di Final Fantasy 8), viene odiato dal giocatore per l’intera durata dell’avventura. Ma c’è una cosa, in particolare, che differenzia Kefka dalla maggior parte degli altri cattivi dei videogiochi. La storia del tipico cattivo funziona in questo modo: il cattivone di turno si pone come obiettivo della vita un risultato terribilmente malvagio (di solito quello di diventare un dio, o conquistare il mondo) e, di seguito, compie una serie di azioni infami necessarie per il raggiungimento di tale scopo. In Kefka questo processo risulta completamente ribaltato: Kefka nasce malvagio. È talmente intriso di schizzoide brama di potere e di distruzione che il suo tradimento, finalizzato ad ottenere il potere divino delle Statue, non può che essere la naturale evoluzione della sua malvagità.
Kefka non è malvagio perché vuole diventare un dio della distruzione (e, tra l’altro, è uno dei pochi cattivi che ci riesce), egli vuole diventare un dio proprio perché è mostruosamente malvagio.
Per Kefka la morte, la devastazione e il caos non sono un mezzo per raggiungere qualcosa di più grande, sono semplicemente la sua unica fonte di divertimento!
Come sottolineato dallo scambio di battute finale con la protagonista Terra, per Kefka sentimenti come l’amore e l’amicizia non sono solo dannosi, sono anche assolutamente inimmaginabili.
L’unica cosa che vale la pena fare è uccidere, annientare e distruggere, godendo del proprio potere.
Per questi motivi, alla fine del gioco, il giocatore non può fare a meno di provare anche un minimo di pietà per questo triste personaggio, simbolo di un’insormontabile e rancorosa solitudine.
A chiunque sia dotato di pollice opponibile, dunque, consiglio di procurarsi una copia di quel caposaldo dei JRPG che fu Final Fantasy 6, anche solo per poter conoscere meglio tale incredibile personaggio. Ciò detto, attendiamo con trepidazione i giochi di ruolo di prossima uscita, sperando che le software house traggano insegnamento dai capolavori del passato e ci presentino nuovi cattivissimi nemici da sconfiggere. Una redenzione per Dragon Age 3 è possibile.

Fonte:

WEB E STRANEZZE DAL MONDO
Robot in arrivo: prepariamoci a Mrs. Robotfire!
La nuova frontiera della tecnologia sempre essersi ormai spostata dal Giappone alla Corea del Sud; sono infatti aumentati fortemente negli ultimi anni gli investimenti di questo paese nell’hi tech e in particolar modo nella progettazione di cyborg e robot. L’ultima novità sono delle sentinelle-cyborg che serviranno per mantenere l’ordine nelle affollate carceri coreane; avranno fisionomia umana e saranno anche in grado di parlare autonomamente; si muoveranno su quattro ruote, peseranno circa 70 kg per un’altezza di circa un metro e mezzo. L'obiettivo sarà generare un concreto aiuto per le guardie del carcere, evitando il lavoro più duro, come i turni intensivi soprattutto di notte, utilizzando un sofisticato sistema radio-wireless per comunicare tra loro e con i supervisori umani. Inoltre rileveranno a distanza qualsiasi comportamento anomalo dei detenuti (violenza, tentato suicidio, autolesionismo) tramite particolari sensori elettronici, segnalando tutto agli agenti di sorveglianza. Questo progetto si innesta in una serie di investimenti che la Corea sta effettuando per togliere al Giappone la leadership nella realizzazione di robot. Basti pensare che negli ultimi due anni il mercato della sperimentazione robotica è aumentato del 75% e questi automi vengono ormai utilizzati in moltissime attività della società civile coreana: alcuni robot insegnano inglese nelle scuole medie, in molti negozi si possono trovare dei cyborg al posto dei soliti commessi, sono stati già realizzati robot- badanti per anziani e malati.
Per celebrare l'enorme successo in termine di innovazione e sperimentazione robotica, il Paese darà luogo all'apertura, nell'aprile del 2014, di un parco a tema, ‘Robot Land’, il primo al mondo, nei pressi della città Nord-occidentale di Incheon. Si tratterà di un centro multifunzionale dedicato all'educazione e alla ricerca tecnologica, realizzato soprattutto grazie al sostegno economico di aziende private, per un costo totale di 784.5 miliardi di won , circa 530 milioni di euro.


NERD E OTAKU
"Delle specie dei giocatori di ruolo"
No, non stiamo parlando di orchi, gnomi o mezz'elfi, ma delle molteplici e (più o meno) leggendarie figure che orbitano attorno al mondo del gioco di ruolo: che questo sia da tavolo, dal vivo o sul web poco conta. Un po' come Arthur Spiderwick, ho avuto modo di interagire con gran parte delle creature che qui saranno descritte...dedicato un po' a tutti, narratori e giocatori, con l'invito a non prendersi mai troppo sul serio e pensare che è pur sempre un gioco!


Ipercompetitivo. Non importa quale personaggio abbia, l'importante è primeggiare in ogni campo, spesso declamando anche a gran voce una segretissima missione giusto per far intendere (sottilmente, eh) che "ha le mani in pasta": in conseguenza a tale spacconeria, ogni suo segreto è di pubblico dominio entro pochi minuti da ogni sua presentazione. E' possibile riconoscerlo anche per le tonnellate di appunti su combinazioni in grado di massimizzare la sua scheda, degne di far impallidire ricercatori del CERN e supercomputer. Raramente si evolve a livello di narratore, ma quando ciò accade, è in grado di intrappolare i personaggi in situazioni la cui via d'uscita, vista in un'ottica estremamente ottimista, è confrontabile con Saw: l'enigmista.

Protagonista. Molti sanno che esiste un "tema" della storia, un'ambientazione, una trama, che funge da piattaforma per il gioco. Alcuni eletti, si presume in grado di avere un punto di vista extradimensionale, non solo non ne vengono minimamente toccati, ma riescono anche ad elaborarne una versione alternativa (altro che director's cut!), più supposta (lascio intendere il vero significato del termine) che vagamente verosimigliante. Punto comune di queste visioni, è l'assoluta centralità del proprio personaggio, che porta a creare veri e propri melodrammi talune volte un pochino fuori luogo: decantare a gran voce la tragedia del proprio amor perduto quando si è al cospetto di uno stuolo di violentissimi e famelici Berretti Rossi, o essere certi che avere un personaggio orchesco significhi essere "certamente graditi" agli elfi, sono solo alcune pallide rappresentazioni di ciò che ci aspetta quando si ha a che fare con questo tipo di giocatore. Di sicuro, però, non ci si annoia mai, e Il mondo come Volontà e Rappresentazione di Schopenauer sembrerà terribilmente veritiero. In versione master, questo peculiare soggetto è solito dare ai giocatori l'impressione di partecipare ad una declamazione o lettura pubblica, con lunghi (e sfiancanti) monologhi, e scene collegate da una logica tanto sottile da tagliarsi con un grissino (licenza poetica).

Regista. Creatura pericolosissima, che spesso si pone come narratore, cacciatore esperto che si avvale di trucchi quali "Dai, ho preparato una cosina così tanto per giocare..." per radunare il gruppo di gioco, promettendo anche "pochissimo impegno". Tale promessa poi viene mantenuta, dato che si troverà quasi sul punto di fornire un copione ai propri giocatori, o a chiedere prove interpretative e spiegare continuamente loro modi e pensieri dei personaggi. I pochi che resistono si trovano a pensare di star facendo un provino per Lynch o Scorsese, o di partecipare a qualche assurdo reality in cui prima o poi diranno che c'è una telecamera nascosta. Quando tale essere veste le spoglie del giocatore, è facilmente rilevabile. E' la fonte del flusso di critiche continue nei confronti di quei pochissimi elementi che "a suo modesto parere" potrebbero essere perfettibili: trama, sviluppo, idee di base, resa, momento scenico, azione, impegno, coerenza del gruppo, archetipi richiamati, spunti forniti, ipotesi e così via. Giusto lo stretto indispensabile per un paio di premi Oscar, a suo modo di vedere.

Veterano. Creatura piuttosto comune, sebbene in una miriade di forme più o meno acerbe, che tenderanno a sbocciare nel "tuttologo" di professione. Di base, non è importante cosa tu possa fare, dire o pensare: certamente lui, o "un conoscente" negli stadi meno perfezionati, ha fatto molto di più, meglio e in minor tempo. Per quanto possa sembrare un buon mentore, porta inevitabilmente al proprio Lato Oscuro qualsiasi ignaro che pensando "diamine, quante ne sa!" cade nella sua trappola: ritmi serrati di studio da rendere al confronto il MIT una passeggiata, prove mentali degne delle Bene Gesserit, prese di posizione sconosciute alle scuole di retorica. Forgiato in questo modo, l'allievo sacrifica ogni innocenza diventando a sua volta un Veterano in cerca di nuovi adepti. Che si incontri in veste di giocatore o narratore, poco conta: ogni sua azione o considerazione è sempre supportata da più o meno strampalate teorie e riferimenti ad assurde espansioni (o correzioni) note forse all'autore del gioco e qualche intimo conoscente. Guai a tentare un dialogo o a chiedere prove a supporto delle sue teorie: vi inonderà di fogli, estratti, documenti dall'Area 51, confessioni segretate degli autori, intercettazioni di telefonate, e intere puntate di Mistero dedicate all'argomento trattato.

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